Romeo e Giulietta


da W. Shakspeare
adattamento e regia Maria Grazia Cipriani
scene e costumi Graziano Gregori
musiche Vincenzo Bellini
luci Gianni Pollini
citazioni tematiche Aldo Tarabella
foto di scena Tommaso Le Pera


Attori

Maria Teresa Elena

Anna Del Bianco

Ilaria Massagli

Marco Sodini

Maria Vittoria Nervi

Appunti di regia

Romeo e Giulietta” prende forma da una sovrapposizione alla tragedia di Shakespeare dell’opera belliniana “I Capuleti e i Montecchi”, cui si aggiunge la mediterranea novella di Matteo Bandello, ulteriore ventaglio di colori al tessuto mitico originario.

I due protagonisti, nella levità del loro incantamento si scontrano fatalmente con l’ingombrante presenza del continente adulto, ottuso, ipocrita e goffamente guerrafondaio.

Un coro di personaggi minori, servi giullari, attori goffi e sproporzionati sostituiscono alle arguzie dialettiche, spesso intraducibili , il frastuono e i lazzi della loro minchioneria accentuando visivamente la parte comica della vicenda in uno scenario all’apparenza di una nudità essenziale, ma che con le sue botole, i tavoli, i siparietti vuole suggerire la fertilità fantasiosa della Commedia dell’Arte (e del teatro elisabettiano) cercando di rivelarsi meccanismo capace di continuo mutamento.

Nella colonna sonora il melodramma di Vincenzo Bellini contrappunta l’azione, potenziandone o scaricandone la tensione in accostamento ironico con una musica originale parodistica. Le voci, affiancate alla musica piuttosto che descrittive, tendono ad una omogeneità ritmica con le altre componenti della dinamica teatrale che si sovrapponga, se possibile, alla lirica del testo.

 

Maria Grazia Cipriani




Recensioni

Romeo e Giulietta - L'unità

Maria Grazia Gregori

Tutto in questo spettacolo bellissimo, e per molti aspetti inatteso, è fuori taglia, fuori misura - grande o piccola che sia - ma mai reale, a partire dal palcoscenico che è un vero e proprio teatrino di legno costruito come una scatola magica, colmo di botole e porticine che si aprono e si schiudono e dalle quali i personaggi appaiono e scompaiono in un sabba infernale che non dà tregua.

....un’atmosfera onirica coinvolgente, quasi surreale, che non sarebbe spiaciuta alla baracca dei saltimbanchi di Alexander Blok.

Romeo e Giulietta - Il giornale

Luigi Testaferrata

I due amanti adolescenti hanno la struttura, l’aria di reverie infantile, la grazia indifesa delle bambole: e sono minacciate e distrutte dalla misura gigantesca, bestiale, mostruosamente mascherata degli anziani che vivono per creargli intorno l’incubo al posto del sogno. Collocati su un’alta pedana o su alti piedistalli che scorrono su  invisibili rotaie , visti da sotto in su, sembrano citazione del Mantegna della Camera degli sposi di  Mantova : gli abiti lussuosamente rinascimentali sono gli stessi , l’aria di irraggiungibile superbia è la stessa. Siamo insomma dentro una dimensione teatrale primitiva, simile a quella che piaceva ai Greci e a Shakespeare.

Romeo e Giulietta - Corriere della Sera

Giovanni Raboni

...si veda la fragile, struggente piccolezza della marionetta che per la maggior parte del racconto impersona Giulietta rispetto alla statura brutalmente, minacciosamente gigantesca degli attori che impersonano i genitori e la nutrice. Con l’ausilio di appropriati accorgimenti vocali e gestuali, l’accostamento può dar luogo inoltre a un vero e proprio ribaltamento di senso: fra attori veri e attori artificiali sono i secondi, molto spesso, a risultare più “umani”.

...interessanti partite espressive vengono ricavate anche dall’uso alternato di attori e marionette

degli stessi personaggi; impressionante il colpo di scena finale, quando al posto delle marionette che li hanno raffigurati fin a quel momento compaiono un Romeo e una Giulietta in carne ed ossa. L’effetto non è solo di sorpresa, ma anche e soprattutto di adempimento drammatico: coincidendo con il suicidio dei due giovani amanti, la sostituzione rende visivamente esplicito il senso di crescita repentina, di subitaneo passaggio d’età implicito nella morte.

Romeo e Giulietta - La Stampa

Osvaldo Guerrieri

Questa reinvenzione plastica e visiva del “Romeo e Giulietta” viene indirizzata da Maria Grazia Cipriani e dallo scenografo costumista Graziano Gregori verso una forma espressiva che si rifà alla sontuosa bellezza del melodramma (evocato dalle musiche di Bellini), alla Commedia dell’Arte e, in alcuni momenti al Bunraku giapponese, la cui ieraticità sembra raggelare il tumulto ingovernabile dei sentimenti. Ma lo spettacolo non è soltanto una somma di incantesimi visivi, così minuziosi da sfiorare il calligrafismo. Nella elaborazione della Cipriani e di Gregori assume una sua precisa cifra simbolica, riconoscibile soprattutto nel personaggio di Giulietta, che è marionetta quasi schiacciata dal gigantismo degli “adulti”, di coloro che esercitano su di lei un potere diretto. Alto quanto lei è Romeo, che sembra uscito da un “gran-opéra”. Ma che sconvolgente destino attende i due amanti: legnosi in vita e nel pulsare dei sentimenti, vengono trasformati in figure umane dalla morte.

Romeo e Giulietta - La Repubblica

Chi è l’attore artificiale? E’ un fantoccio, una marionetta, un automa che imita, rarefacendolo l’uomo, oppure è un attore che assume su di sé quella rarefazione, anelando alla macchina per disumanizzarsi in virtù della rappresentazione di un segno evocatore? Chi è più falso o chi è più vero: un uomo che tende al simulacro o il simulacro che tende all’uomo? E se i due opposti si incontrano, quale tensione dialettica ne scaturisce, quale aggressione e quale dramma? Non lotta tra feticci ma implosione di universi contigui. A trasformarci in testimoni attoniti di questo scontro è il Teatro Del Carretto col suo spettacolo-manifesto Romeo e Giulietta...La cifra stilistica è unica e ipnotica. Chi è più vero o chi è più falso? Le dimensioni si smarriscono e si è come inglobati da quella evocazione, più elusa che narrata, dove la catena delle immagini, dei controluce e delle citazioni shakesperiane si inanella drammaturgicamente con gli intagli musicali tratti da I Capuleti e i Montecchi di Bellini : e tutto concorre a creare un clima parossistico dove la tensione si stempra con la dolcezza. Ma la morte incombe. La scena finale è un autentico tuffo al cuore. Quando ormai il movimento non serve più  i due amanti sono abbracciati nella tomba, ai fantocci si sostituiscono gli umani, senza maschera o infagottamenti, ma semplicemente nell’abbandono di una leggerezza riconquistata.

Romeo e Giulietta - Il Giorno

Ugo Ronfai

...La lettura offerta dal Teatro Del Carretto procede per pannelli scenici, nell’aura metafisica derivante dalla mescolanza di attori e pupazzi, di tableaux che citano la grande pittura e di folate di melodramma. Essa si propone come tragedia del dolore innocente... La fiaba si fa allegoria, della passione amorosa ma anche del sociale, con l’ottusità borghese del padre di Giulietta, la roboante, mortale rissa fra Mercuzio e Tebaldo trasformata in duello fra un paladino e un Matamoro, e la complicità “popolare” della balia e del frate. Determinano l’incanto dello spettacolo la scansione scenica da opera dei pupi, il gioco delle proporzioni oscillante fra gigantismo e miniaturizzazione, l’uso di marionette e animali di legno e cartapesta.