One Thousand and One Nights


Text and direction Maria Grazia Cipriani
Sets and costumes Graziano Gregori
Sound Luca Contini
Lights Fabio Giommarelli
Stage Photos  Guido Mencari


Actors

Elsa Bossi

Giacomo Vezzani

Nicolò Belliti

Director's notes

The earliest narration of One Thousand and One Nights, also known as Arabian Nights, dates back to a millennium ago. Nevertheless, its topics appear to be contemporary as inhuman brutality endures and is at risk of thriving anywhere: in intricate woods, in the trunk of a car, or in the sinister spying on secret doors and locks that hide havoc and horrors.

 

Our protagonist lives in the present time.

 

The theme of the One Thousand and One Nights is only a pretext, the leitmotif, a frame that connects visions and fragments of happy or tragic stories drawn from mythology, fairy tales, literature, and drama ... up to anecdotes originating from the chronicle of our times.  A dreamlike and visionary universe which theater can offer and which through headlines touches us every day.

 

The show is structured like a maze in which one passes from one story into the next; a labyrinth where tales are shackled to one another like the links of a chain in a narrative device that is “the theater in the theater”. A theater that is at times in the form of a continuous representation and at times rhapsodic, sprinkled with poems and songs, with the aim of creating a unique tapestry that aims to be be an auspicious hymn to life.

      

 Maria Grazia Cipriani

 

 



Calendar

March 14, 2017
Teatro dei Rinnovati
Siena
ore 21:00
March 19, 2017
Teatro Salvini
Pitigliano
ore 17:30
April 01, 2017
Teatro dei Leggieri
San Gimignano
ore 21:00
August 02—03, 2017
Teatro Piccolo Arsenale
Venezia - Biennale Teatro
December 14, 2017
Teatro Dei Coraggiosi
Pomarance
November 30, 2018
Teatro Dovizi
Bibbiena

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Reviews

SHERAZADE VISIONARIA TRA GLI ORRORI - La Repubblica

Rodolfo Di Giammarco

Mettete che uno spettacolo d’impianto immacolato vada man mano trasudando sangue a chiazze. Che una Sherazade seminuda bendata sussulti per la canna d’una pistola spinta sulla sua tempia. Che una donna venga soffocata, seviziata, torturata o strangolata sulla scena diventando a piu riprese un corpo del delitto. E che poi sul fondo un armadio quattro stagioni riveli al suo interno teschi e coltelli in bella mostra con accanto una collezione di scarpe femminili. Eccoci portati permano, a teatro, in una galleria degli orrori che e la mitica (anche postmoderna) storia della supremazia dell’uomo sulla donna, la dove abbonda la violenza e scarseggia l’intelligenza. Nel caso nostro…con forza di immagini, corpi e voci appartiene alla poetica di una compagine artigiana quale solo il Teatro Del Carretto di Lucca sa essere…l’odissea cruenta di oggi e un manifesto ammonitorio e incantato che molto liberamente, con vari trapianti simbolici e tribali, s’ispira a

Le mille e una notte. Le fantasie narrative della figlia del Visir…qui si traducono in labirinto di brutalita prese in prestito da piu fonti classiche. Si materializzano, nell’intensa drammaturgia-regia di Maria Grazia Cipriani (“incarnata” quasi in modo tattile da scene e costumi di Graziano Gregori)…Tra muggiti bestiali, e nudita arcaiche o da tortura, non manca qua e la una macabra leggerezza canora o lirica, in questo gran lavoro struggente e, assai di piu, distruggente.

DONNE VIOLATE NON E’ UNA FAVOLA - Avvenire

Fulvio Fulvi

Il sogno e la metafora per raccontare e “giudicare” in teatro la violenza contro le donne, usando come pretesto le novelle di una moderna Sherazade che vuole sottrarre il mondo dalla barbarie…La Compagnia del Teatro Del Carretto di Lucca provoca, spiazza, sconcerta la platea e scalfisce anche la piu ottuse resistenze maschili sui confini tra voglia e paura e su una presunta superiorita di genere. Perche

Le mille e una notte … funziona come un baleno che riaccende il lume fumigante della speranza. Una dentro l’altra si incastrano shakespearianamente, legate a filo doppio dalla narratrice le storie di tradimenti, abusi e abiezioni desunte dalla mitologia, dalla letteratura cavalleresca, dalla drammaturgia classica... Ma anche le macabre cronache dell’attualita sulle centinaia di migliaia di donne uccise, torturate, seviziate ogni anno in varie parti del mondo concorrono a questo affresco dalle tinte forti che non risparmia di denunciare con ironia i soprusi della comunicazione e la ricerca del morboso per fare ascolti in tv aggiungendo cosi abuso ad abuso. Favole nere, musica lirica e tragica realta si aggrovigliano in un identico grumo di dolore... … il pubblico e aggredito dai fatti e misfatti che si susseguono, da rumori taglienti e spari improvvisi, dal grammelot animalesco che si unisce alle urla strazianti della donna contorta e violata (una struggente Elsa Bossi), dalla primordiale nudita esibita nella simulazione del Minotauro in cui si incarnano l’uomo e la bestia…L’arte di raccontare gli orrori e lo scempio senza moralismi puo frenare la strage, scavando nelle coscienze; sembra questo il messaggio che la regista Maria Grazia Cipriani con un testo di versi e prosa imbastiti con ritmo tra luci ed ombre caravaggesche, ha voluto comunicare agli spettatori. La scena (di Graziano Gregori) e spoglia , quasi surreale; solo un armadio bianco “ quattro stagioni” con dentro i teschi e le scarpe delle femmine strappate alla vita dalla ferocia di una belva con le sembianze di un uomo... Bravi gli attori Giacomo Vezzani e Nicolo Belliti nei loro ruoli guappeschi e tribali ... Grande polifonia nell’insieme, amalgama dei personaggi. E la speranza? Sta nelle note del carrilon che suona l’Ave Maria di Shubert... sta nelle parole di quel Grazie alla vita della cilena Violeta Parra, un inno alla speranza e all’amore, una canzone che ci riporta al significato stesso dell'esistenza...

SE SHERAZADE NARRASSE OGGI - Corriere della Sera

Livia Grossi

… il Teatro Del Carretto propone la sua versione de “ Le mille e una notte” racconto labirintico che tra una visione, una pagina letteraria e un pezzo di cronaca parla di noi.

 

… sceglie la formula del teatro nel teatro; un vortice di storie concatenate, scatole cinesi, che dal Minotauro arrivano a Shakespeare, da Teseo ad Arianna a oggi. Canti, immagini, poesie , per riflettere su un’educazione sentimentale che tanti non conoscono. Una piccola pedana-altare e tomba, una parete che si trasforma in mondo, e tre personaggi: l’uomo, l’emblematico autoreregista, e la leggendaria affabulatrice. “ Il nostro spettacolo non propone soluzioni, ma non rinuncia a credere nella possibilita di scambiarsi rispetto e amore”.

SHERAZADE, NOI E LE MILLE E UNA DONNA. UN RACCONTO A TEATRO TRA MITO E CRONACA

Antonella Valoroso - La 27 Ora

… Assistendo allo spettacolo

 

 

Le Mille e una notte si e costretti a fare i conti con una brutale verita:

il femminicidio e la violenza sulle donne non occupano soltanto le pagine della cronaca nera contemporanea ma abitano da sempre anche gli spazi dell’arte, della letteratura e del mito facendo da tragico contrappunto alla storia dell’umanita.… il capolavoro orientale puo diventare pretesto per costruire un groviglio di racconti in cui si intrecciano l’aggressione e il rifiuto, l’umiliazione e l’inganno, l’abbandono e il disprezzo, il desiderio di fuggire e la scelta estrema di annullarsi piuttosto che di soccombere alla violenza.

Sherazade reinventata da Maria Grazia Cipriani non racconta pero le tradizionali novelle orientali ma rivive sulla scena le tragedie di Desdemona e Pasifae, di Arianna e della ninfa Eco, di Angelica, di Ofelia e di Dafne. Accanto alle voci, ai corpi e alle storie che affiorano dalle pagine di Shakespeare, Ariosto e Ovidio …. Le parole senza corpo della macabra radiocronaca quotidiana disegnano cosi altri profili femminili: donne con il volto sfregiato dall’acido, con la gola stretta in una morsa, con il corpo e l’anima lacerate per sempre dalla violenza subita.

… uno spettacolo faticoso per chi lo interpreta in scena e difficile da gestire per chi vi assiste dalla platea: perche lo spettatore contemporaneo non e piu abituato a confrontarsi con la sublime arte della tragedia. Assuefatto alla cronaca nera, il pubblico si scopre indifeso davanti all’orrore del mito e arretra spaventato quando scopre che il racconto mitico e la cronaca quotidiana sono in fondo la stessa cosa. Il lieto fine non vuole e non puo cancellare i novanta minuti di orrore che lo precedono, ma l’idea di Sherazade che vince con la forza del racconto e offerta al pubblico come parziale consolazione e possibile antidoto alla brutalita quotidiana. Perche con le sue

 

Mille e una notte Maria Grazia Cipriani vuole soprattutto ricordarci quanto e straordinario il potere della parola detta e dell’ascolto attivo. E perche nelle intenzioni della regista questo spettacolo non e soltanto un percorso affannoso attraverso un labirinto di tragiche storie ma e anche “un fiducioso canto alla

vita”.

LE MILLE E UNA NOTTE - Artalks

Sharon Tofanelli

Quest’opera conserva poco del ciclo narrativo orientale, i cui demoni, le cui vicende sono stati banditi. la Compagnia mette a nudo l’animo stesso dello spirito umano percollegarlo, se possibile, al nostro presente…. e una fune contesa dalle schiere in gioco, ora il passato, ora il presente, senza interruzioni, scivolando le storie l’una nell’altra, caoticamente, in un marasma di citazioni letterarie, musicali, mimiche che non sono alla portata di tutti… Mentre Sharāā trasmuta se stessa in tutte le donne, senza mai cambiare, re Shārīā, l’archetipo del bruto, mormora frasi informi che noi occidentali potremmo accostare, magari all’inizio, al gergo arabo, che ci pare tanto crudo, un susseguirsi d’imprecazioni. Ma il berciare del re, di Teseo, diOtello, di Orlando, e soltanto l’abisso, il crogiolo d’iniziazione, la materia pulsante al suo stadio primitivo. L’essenza della Compagnia, appunto. Non e il re, ne Teseo, Otello o Orlando. E il modello, il prototipo di questi uomini e degli altri che seguiranno –violenti, astuti. Poco importa: quel dito punta sempre verso la donna…Con il Teatro del Carretto si disarticolano i poemi, crollano cattedrali, la storia si eclissa. Le Mille e Una Notte vuole dunque, con i consueti sbalzi di atmosfera … catapultare la violenza attraverso i secoli, oltre il mito e la cronaca, fino al pubblico…

LE MILLE E UNA NOTTE VIOLENTA POESIA - Drammaturgia

Chiara Schepis

…. Le mille e una notte

e pero solo la cornice entro cui proporre una retrospettiva di fiabe e mitologie il cui tema, forse mai davvero sottolineato nel comune narrare, e la violenza sulla donna. Tuttavia il taglio interpretativo dato al macro contenitore diventa funzionale al progetto drammaturgico della Cipriani in quanto costituira uno scenario di guerra perpetua e sempre aperta di cui i singoli quadri si fanno battaglie, numeri, round. Se i temi sono noti, non-convenzionali sono le immagini attraverso cui il Carretto decide di riproporle. Immagini fisiche impresse dall’energia controllata dei corpi degli attori, tableaux vivants tutt’altro che statici... E alla luce, o all’ombra di un grande armadio “quattro stagioni”, in cui ordinatamente si conservano teschi e scarpe da donna, che si consuma la notte d’oriente della Principessa Sherazad…Luci e suono... sono ulteriori protagonisti di questo spettacolo caravaggesco, in bilico, si diceva, tra vero e finto, tra fiaba e storia.

… La Storia violenta allora il teatro e compone un quadro estremamente perturbante: “L’Asta degli orrori”, in cui l’armadio, oggetto fondamentale e plurifunzionale, si fa vetrina del mondo, un mondo fatto di guerra e di orride fiabe moderne. Denuncia sociale e fatti di cronaca si sostituiscono al Pantheon greco in un banco d’asta che vende come cimeli di guerra una vasta gamma di abiti insanguinati indossati dalle donne torturate nelle guerre dimenticate del Novecento e di oggi. Il finale ci riporta alla cornice, alla fiaba e alla vittoria di Sherazad.

 

Sherazad ha salva la vita perche, dall’alto di una superiorita d’intelletto, incanta un uomo violento presentatoci come un semi-analfabeta che con difficolta, nel corso della

pièce, articolera rare e semplici frasi in italiano, lingua padroneggiata da tutti gli altri personaggi in scena.

Le mille e una notte - Persinsala

Simona Frigerio

….Si apre il sipario, un cantastorie sta dormendo sul proscenio e d’un tratto viene svegliato da due carillon: sono inquietanti teschi in abito da sposa. Mentre accende la scena con piccole candele, il cantastorie inizia a raccontare del sultano Shahriyar che , per vendicarsi dell’infedelta della prima moglie, uccide sistematicamente le spose al termine della prima notte di nozze.

 

Sherazade, la figlia del Visir, decide di porre fine alla strage e si offre cosi come sposa al sultano.

 

La sua strategia consiste nel narrare una serie di storie incastonate una nell’altra. Per mille e una notte il sultano viene ammaliato da queste storie unite da un filo che e rosso come il sangue delle donne che hanno subito violenza. La sofferenza femminile imperversa gia nelle mitologia greca Scatenando la sua violenza l’uomo e pari ad un animale. Ed e in questo modo che vediamo il sultano Shahriyar, un bruto con movenze primitive che impreca esprimendosi con un linguaggio tribale. E’ un teatro fisico ed appassionato quello del Carretto, con interpreti eccezionali (Giacomo Vezzani, Elsa Bossi, Nicolo Belliti) che mantengono sempre vivo e curioso il pubblico anche attraverso momenti ironici che stemperano la tematica dolorosa. Un teatro di mitologie e storie antiche ma anche di denuncia sociale e cronaca: nell’”Asta degli orrori” cinici battitori vendono abiti insanguinati appartenuti a donne vittime delle guerre del Novecento e dei terrificanti episodi contemporanei.

 

La canzone della cilena Violeta Parra... Uno speranzoso inno alla vita …